Incursione al bosco del Re

Dalla missiva del sergente Jermus Umeqirelle, capo della guarnigione neo-dragoniana del Bosco del Re

15° Giorno di Aprile, anno 1529 Dopo il Concordato

Segnaliamo al capo della Guardia di Nuova Dragonia dell’incresciosa situazione in cui si trovano i confini del Nostro regno. I civili sono in fuga, le truppe sono state decimate, e la Nostra persona porta sul petto una grande ferita che rifiuta di rimarginarsi. La situazione è disperata ed abbisogniamo urgentemente di rinforzi da parte della città.

Tutto è cominciato sette giorni fa, quando un nutrito gruppo di contadini terrorizzati è giunto alla guarnigione implorando aiuto perché vi erano state delle incursioni da parte di non meglio precisati aggressori. Inizialmente pensammo a qualche gruppo di banditi proveniente da Kanthafitt, ma mi stupì il fatto che questi contadini raccontavano storie differenti. Alcuni parlavano di selvaggi di qualche villaggio Tethziar. Altri parlavano di predoni Zithar, probabilmente risaliti dal deserto centrale. Infine, altri ancora parlavano di gruppi di pirati che erano attraccati nelle coste del Golfo Nero e del Mare Occidentale ed avevano raggiunto a piedi i confini del Nostro regno. Inizialmente non demmo peso a queste voci dal momento che, si sa, persone spaventate corrono spesso con la fantasia. Sempre convinti che si trattasse di banditi, organizzammo una spedizione per stanarli e far sentire loro il peso della giustizia neo-dragoniana.

Due giorni dopo la Nostra persone si mise a capo di una spedizione di venti uomini e raggiunse la parte meridionale del Bosco del Re. Ai bordi della boscaglia vi erano case contadine abbandonate, altre bruciate, altre ancora abbattute a colpi d’ascia per chissà quale ragione. Quella vista iniziò a destare una certa preoccupazione, dal momento che risultò chiaro che non si stava trattando di un semplice saccheggio. Qualcuno bruciava i campi e metteva in fuga i contadini. Chi non scappava veniva trucidato e lasciato in pasto ai corvi.

Fu allora che la gravità della situazione divenne apparente. Negli anni questa guarnigione aveva affrontato banditi e predoni di ogni tipo, e questi si guardavano bene dall’eradicare totalmente la popolazione locale. Del resto, dal loro punto di vista, conviene lasciare ai contadini i mezzi per riprendersi altrimenti, gli anni successivi, non sarebbe rimasto nulla da rubare. Quello che avevamo davanti non era quindi opera di banditi. Gli aggressori, chiunque essi fossero, non volevano depredare niente. Si trattava di una calcolata ed intenzionale opera di distruzione. Fu allora che gli insegnamenti impartiti all’accademia militare tornarono prepotenetemente nella Nostra mente. Chi aveva fatto questo voleva distruggere le riserve di cibo del Regno. Nuova Dragonia stava per essere assediata.

3° Giorno di Maggio, anno 1529 Dopo il Concordato

È con sommo rammarico che segnalo alla Vostra Maestà il crescente numero di profughi provenienti dal Vostro regno nelle Nostre terre. Molti di questi intendono dirigersi verso Esperia, ma rimangono bloccati dai pericoli che infestano le paludi ad ovest della città. In nome delle buone relazioni che hanno sempre accompagnato Thorlund e Nuova Dragonia, abbiamo accolto questi rifugiati al meglio delle nostre capacità. Tuttavia, le nostre risorse stanno diminuendo, e ci è difficile provvedere a loro ancora per molto.

Essendo costoro Vostri sudditi, invito la Vostra Signoria a prendersene carico, e di risolvere rapidamente la misteriosa ragione che li spinge a fuggire. In alternativa, se i Vostri territori sono divenuti irrimediabilmente inospitali, pensiate almeno a rendere sicuro il passaggio tramite il Passo del Mastino ed il Ponte dei Due Re, dimodoché tutti i profughi possano accedere direttamente al Regno di Esperia senza gravare su di Noi.

Ricordo, infatti, che quelle montagne sono da tempo infestate da creature demoniache e mostruose, non dissimili da quelle che hanno spinto tanti anni fa i Vostri antenati ad approdare sulle Nostre terre. All’epoca essi furono accolti come ospiti ed autorizzati a stabilirsi su questo bel continente. Pertanto, se tali creature hanno deciso a seguire i Vostri antenati qui, è Vostra responsabilità sbarazzarvene.

Possa il Grigone del Deserto soddisfare sempre la Vostra sete.

Servo Vostro

Jamal Ron Sarvin

Sommo Gran Visir del Regno di Thorlund

Dagli appunti di Yorick Albenne, scrivano della corte neo-dragoniana

Questa mattina, il 6° Giorno di Maggio del 1529 anno, il comandante delle Guardie d’Onore Croxalza Rhessk ha arringato, per conto di Sua Maestà Mhyr Baelfire, IV del suo nome, un esercito composto da uomini provenienti da Nuova Dragonia, Porto del Duca e Castel Trivio. Era dai tempi della Guerra contro Thorlund da parte di Mhyr II che non si vedeva un così massiccio dispiegamento di uomini.

Il comandante Rhessk, un’imponente rettiloide dallo squame giallognolo, non era avvezza ai discorsi pubblici, preferendo di gran lunga ragionare di strategie militari piuttosto che inventarsi parole che motivassero gli uomini e scaldassero i loro cuori. Tuttavia comprendeva molto bene la gravità della situazione. Nelle ultime settimane un esercito composto da pirati, banditi, predoni del deserto e selvaggi provenienti dalla Giungla Nera, si era coalizzato ed aveva sbaragliato le forze di guardia nel bosco del Re. I contadini erano scappati, campi e villaggi erano stati bruciati, i soldati erano arretrati fino alle porte della capitale, ed i Lord di Porto del Duca e Castel Trivio erano intervenuti inviando le loro truppe per evitare il peggio. Nessuno si capacitava che il grande esercito neo-dragoniano, composto dai migliori strateghi e soldati del continente, fosse stato colto di sorpresa da un gruppo di irregolari male armato. Eppure, qualcosa di insolito caratterizzava gli insorti. Erano tenaci, motivati, e soprattutto ben guidati. Il loro capo, chiunque esso fosse, conosceva bene l’arte della guerra. Aveva condotto azioni di guerriglia e di sabotaggio in tutta la parte meridionale, distruggendo le riserve di cibo e isolando la capitale da parte del continente. Di fatto, aveva messo Nuova Dragonia in stato di assedio. Croxalza Rhessk, come molti rettiloidi, non esprimeva le sue emozioni in modo frequente; ma in questi giorni la sentii spesso dire che ammirava il capo dei rivoltosi. Avrebbe voluto conoscerlo, parlarci, capire cosa lo motivava. Nessuno sapeva come si chiamasse, nessuno lo aveva mai visto in faccia. Tutti lo chiamavano semplicemente l’Aquila del Deserto.

Guardando di sbieco una pergamena di appunti, stilata con il supporto di alcuni dei più eminenti ministri del regno, il comandante Rhessk aprì la bocca. “Per me è una emozione fortisssssima vedere qui riuniti tanti tanti eroi pronti difendere la nosssstra patria”. La folla mormorò. Ella parlava senza trasporto, come se leggesse una lista della spesa. Era chiaro che quelli non erano pensieri suoi, ma suggerimenti datele da qualche politicante che voleva far leva sul senso patriotico dei soldati. Se quelle parole fossero state pronunciate da un’altra persona avrebbero potuto funzionare. “I grigoni ssstessssi ci hanno consegnato quessssta terra, ed è nosssstro dovere proteggere la loro volontà, e la sssssacra dinasssstia neo-dragonian….” Si bloccò. Guardò con interesse il pubblico che aveva davanti. Pochi la guardavano in faccia. La maggior parte sembrava distratta, aveva una postura ricurva, fiacca. Non era molto esperta nel leggere le emozioni della gente ma conosceva la guerra. Un esercito così era destinato a perdere.

Gettò via il foglio che teneva in mano. “Non ho sssscritto io quesssta roba.” Disse. “A malapena capissssco cosa voglia dire” Qualcuno dal pubblico rise. “Ma capissssco cosa ssssia la paura. Le nossstre case ssssono ssstate attaccate. Le risssserve di grano bruciate. E lo so che i nosssstri nemici ssssembrano fortissssimi. Le ferite dei nosssstri soldati non si rimarginano e quessssto fa paura. Ma io ho un piano” Tutti la fissarono. Croxalza non sarà stata famosa per la sua empatia, ma era una stratega sopraffina. Se lei aveva un piano valeva la pena di ascolare. “Come ho detto ho un piano, e se voi vi atterrete agli ordini ricevuti allora avremo una possssibilità. Lo so che non è molto, ma è tutto quello che posssso promettervi. Se rimanete calmi, se non perdete la tessssta, allora posssssiamo bloccare l’esercito nemico e proteggere i nosssstri cari.”

Ci fu un’ovazione. I soldati gridarono e saltarono dalla gioia e dall’eccitazione. Lo sconforto che prima li avvolgeva sembrava scomparso e adesso avrebbero potuto battere un’intera armata di giganti. Croxalza li fissò impassibile per quasi un minuto. Poi, con lo sguardo perplesso si girò verso Lord Hortone di Castel Trivio che le era stato fin quel momento accanto “Credo che non abbiano capito” Gli disse. “Io ho appena detto di non perdere la tessssta”.

La battaglia quel giorno fu un parziale successo. I predoni cercarono di sfondare le difese della città ma l’esercito li bloccò. Croxalza Rhessk aveva avuto, effettivamente, un piano che si basava sulla costruzione di tante trincee e l’uso di armi d’assedio a distanza. Il nemico non riusciva ad avanzare e solo pochi poterono confrontarsi a corpo a corpo con i nostri uomini. Tuttavia i pochi che vi riuscirono fecero una strage. Le ferite procurate dagli insorti non si rimarginavano ed anche i più piccoli tagli potevano essere letali. Una delle persone che riuscì ad oltrepassare le trincee fu proprio la famosa Aquila del Deserto. Con il volto completamente coperto si slanciò con sorprendente coraggio contro i nostri uomini. Quattro morirono sotto i suoi colpi prima di poter essere catturato ed uno di questi fu proprio il comandante Rhessk. Con la cattura del loro capo i rivoltosi si ritirarono. Non era chiaro quando avrebbero attaccato ancora, ma sicuramente non prima di essersi riorganizzati.

Con questo testo voglio testimoniare l’ultimo giorno di vita del comandante Croxalza Rhessk. Era una donna di guerra, poco avvezza alle sottigliezze della politica ma con una sofisticata mente militare. Non avrà avuto la capacità di scaldare i cuori della gente, ma se Nuova Dragonia sopravviverà a questa guerra lo si dovrà sicuramente a lei.

9° Giorno di Maggio, anno 1529 Dopo il Concordato

Al Gran Visir Ron Sarvin

La Nostra persona ha letto con estrema attenzione e stupore la vostra missiva. Per quanto spesso Vi atteggiate a monarca, siamo costretti a rammentarVi il Vostro vero stato, che non è quello di un Re pari Nostro, ma di un amministratore temporaneo in attesa del ritorno del legittimo regnante di Thorlund. Vi invitiamo dunque a moderare la Vostra insolenza che, in qualunque altro contesto rispetto a quello attuale, avrebbe creato un forte incidente diplomatico. Infine, Voi non avete da lagnarVi in alcun modo per la situazione attuale, giacché quello che sta succedendo nelle Nostre terre è in parte responsabilità Vostra.

Per anni Vi abbiamo fatto presente come lungo il deserto a sud-est di Thorlund vivano diverse bande di predoni che, regolarmente, invadono le Nostre Terre. La gestione di questi criminali è di Vostra competenza, ed in più di una occasione Ci avevate assicurato che ve ne sareste occupato personalmente. Tuttavia, essi non sono stati mai contrastati in alcun modo. Anzi, nelle ultime due settimane questi predoni si sono fatti più arditi, e si sono uniti a flotte di Pirati provenienti dal Mare Centrale e gruppi di Tethziar fuggiti da Banaroo, per fare un’irruzione nel Nostro Regno con una forza ed organizzazione militare impensabile.

Che la Vostra persona non si illuda. Benché inizialmente questa milizia abbia colto di sorpresa il Nostro poderoso esercito, al punto da farlo arretrare fino alle porte della capitale, tre giorni fa siamo riusciti a mettere in atto una controffensiva poderosa, e catturare il loro capo. Questa misteriosa figura si fa chiamare l’Aquila del deserto, e pare sia un mezzo-sangue con un’intelligenza militare e carisma senza precedenti. Ha saputo motivare Zithar, Tethziar ed altri gruppi di sbandati ad allearsi contro il Nostro regno, in nome di una velleitaria vendetta contro le Nostre genti, ree di essere approdate qui molte generazioni addietro e di aver portato via la loro terra. Chiaramente tutta l’invasione si reggeva sulle capacità di questa persona. Ma ora che è ben segregata nelle Nostre prigioni, quella marmaglia si disperderà ed l naturale ordine delle cose riprenderà normalmente.

Deve essere chiaro che vi sarà sempre una Nuova Dragonia a guida del continente, poiché questo è il premio che i Grigoni stessi hanno dato ai Nostri antenati per averli liberati dalla loro prigionia. Insipienti rimostranze delle genti abitavano qui prima dell’Approdo non devono avere, e non avranno mai, corso. Pertanto, se mai dovesse trasparire che il regno di Thorlund ha fomentato questi rivoltosi, o quantomeno che la Vostra persona era al corrente di questo attacco, la Nostra reazione sarà violentissima. Vi invito quindi a prenderVi estrema cura dei rifugiati dragoniani, in modo che possano in breve tempo tornare alle loro case. In seguito, valuteremo se sarà nell’interesse di Nuova Dragonia che Thorlund debba ancora godere delle libertà che le sono state concesse fino ad ora.

Per Volontà dei Grigoni

Mhyr Baelfire, IV del suo nome, Re di Nuova Dragonia

La Storia Continua...

L'Aquila del Deserto

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